Palermo

Strage di Altavilla Milicia, trovate tracce di Fina e Carandente sugli strumenti di tortura

All’esterno della villetta, i carabinieri trovarono resti carbonizzati del corpo della donna

di Sergio Randazzo -

Nuove agghiaccianti conferme arrivano dal processo per il triplice omicidio avvenuto nel febbraio del 2024 nella villetta degli orrori di Altavilla Milicia, dove persero la vita Antonella Salamone e i suoi due figli, Kevin ed Emanuel, vittime di un presunto rito di “liberazione dal demonio”. Durante l’ultima udienza è emerso che sugli oggetti utilizzati per le torture, tra cui un phon e un attizzatoio da cucina, sono state rinvenute tracce biologiche riconducibili a Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia imputata insieme a Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime. A processo anche la figlia maggiore di Barreca, all’epoca dei fatti minorenne, il cui giudizio si svolge separatamente.

Secondo gli inquirenti, i risultati delle analisi del RIS confermerebbero la presenza di Fina e Carandente all’interno dell’abitazione nella settimana in cui si consumò la tragedia. Sugli stessi strumenti sono state trovate anche tracce di Antonella e del piccolo Kevin, a ulteriore conferma dell’atroce utilizzo.

I corpi e le tracce all’esterno della casa

All’esterno della villetta, i carabinieri trovarono resti carbonizzati del corpo della donna, uccisa e poi data alle fiamme. L’udienza, particolarmente lunga, ha visto l’esposizione dettagliata di tutti i risultati ottenuti durante i rilievi scientifici, sia all’interno che all’esterno dell’abitazione.

Durante il dibattimento è stato ascoltato anche Calogero Salamone, cognato dell’imputato Giovanni Barreca, che ha descritto un rapporto difficile tra i due coniugi, sebbene abbia precisato di non aver mai avuto notizia di episodi di violenza tra loro.

La setta e l’ossessione religiosa

Secondo quanto riferito dal teste, Barreca avrebbe manifestato da tempo un forte coinvolgimento religioso: quando viveva a Erba, in provincia di Como, frequentava una comunità evangelica e avrebbe più volte espresso la volontà di fondare una propria chiesa ad Altavilla Milicia, della quale intendeva diventare pastore.

“Il cognato – ha dichiarato in aula l’avvocato Giancarlo Barracato, legale di Barreca – ha sostenuto che se Giovanni fosse rimasto solo, non avrebbe mai commesso quei delitti”.