Messina

Vasta operazione antidroga con 26 ordinanze

Nell'operazione sono impegnati circa 120 agenti

di Sergio Randazzo -

Dalle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato di Messina, nell’ambito di un’ampia operazione contro il traffico di stupefacenti, sta attuando un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica – Dda. L’operazione coinvolge 26 soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, peculato e falsità materiale commessa dal privato. Circa 120 agenti, tra personale della Sisco di Messina, delle Squadre Mobili di varie città, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale”, e dei commissariati della Questura di Messina, sono coinvolti nelle operazioni.

Le indagini, basate su intercettazioni telefoniche e ambientali, visione di immagini delle telecamere e riscontri all’attività di spaccio, hanno rivelato l’esistenza di un sodalizio stabile che si occupava di approvvigionamento, custodia e lavorazione di stupefacenti, successivamente rivenduti sul territorio cittadino e provinciale (Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca). Durante le indagini è emersa la figura di un infermiere in servizio presso un ospedale di Messina, frequentemente in contatto con i membri dell’associazione, offrendosi come intermediario per la cessione di dosi a terzi.

Ulteriori sviluppi investigativi hanno rivelato il coinvolgimento dell’infermiere in altri reati, insieme a cinque colleghi. Durante l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda Ospedaliera, utilizzandoli privatamente dietro corresponsione di denaro. Inoltre, si sono appropriati furtivamente di farmaci e materiale sanitario, utilizzandoli per attività di assistenza ai pazienti. L’infermiere ha anche compilato false certificazioni di esiti negativi di tamponi mai effettuati, al fine di eludere le restrizioni del green pass e facilitare l’accesso a locali di ristorazione.

Le indagini sono ancora in corso per approfondire ulteriori dettagli e coinvolgimenti.