Attualità

Inchiesta e politica: in Sicilia scoppia la questione morale

L’inchiesta della Procura di Palermo su sanità e consorzi di bonifica ha riacceso i riflettori sulla questione morale in Sicilia

di Piero Messina -

In primo piano le posizioni di di  Totò Cuffaro e Saverio Romano, leader rispettivamente della Democrazia Cristiana e di Noi Moderati, per i quali i magistrati hanno chiesto la misura degli arresti domiciliari, insieme ad altri sedici indagati tra dirigenti della sanità, manager privati e collaboratori politici.  

E se Saverio Romano si dichiara terrorizzato per una misura che contesta apertamente, l’ex presidente siciliano Cuffaro affronta la vicenda con serenità.

Sul piano giudiziario è tutto rinviato alla settimana prossima quando si terranno gli interrogatori per i 18 indagati.

Sul piano politico è l’ennesimo macigno sulla maggioranza di governo che deve fare i conti con altri dossier giudiziari aperti che riguardano il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore al Turismo Elvira Amata di Fratelli d’Italia; Luca Sammartino, esponente di punta della Lega e assessore all’Agricoltura; e due deputati ex MpA, Roberto Di Mauro e Giuseppe Castiglione. Insomma, cinque partiti su sei sono coinvolti, in un quadro giudiziario che lascia fuori — almeno per ora — solo Forza Italia.

E mentre il presidente Renato Schifani sceglie la linea della prudenza, limitandosi a un richiamo all’Asp di Siracusa, la maggioranza appare sempre più lacerata. I rapporti tra alleati sono ai minimi, le correnti si fronteggiano, e il sostegno di Cuffaro, fino a ieri pilastro del governo, rischia di venire meno. Con la Lega che sembra pronto al dietrofront sull’alleanza prevista con la Dc di Cuffaro. Tutto questo alla vigilia della legge finanziaria, con una manovra già segnata da tensioni, veti incrociati e franchi tiratori.