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Aperto un varco nello scafo del Bayesian

Al lavoro gli speleo sub

di Emiliano Di Rosa -

Con un lavoro lungo, faticoso e pericoloso i sommozzatori dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di porto di Palermo sono riusciti ad aprire un varco nello scafo del veliero Bayesian affondato ieri all’alba in rada a Porticello. Un’attività molto complessa a 50 metri di profondità. Attraverso questo varco i sub dovrebbero riuscire a entrare all’interno dell’imbarcazione e recuperare i corpi dei dispersi. Gli speleo sub hanno coniato la definizione di “una Concordia in piccolo” facendo riferimento alla nave da crociera della Costa naufragata nel 2012 davanti l’Isola del Giglio; allora le operazioni di recupero delle 32 vittime finirono dopo due mesi. Dopo la prima immersione dei sommozzatori, effettuata nella giornata di ieri e nel corso della quale è stato recuperato un corpo che era all’esterno della nave, il responsabile della comunicazione in emergenza del comando generale dei vigili del fuoco, Luca Cari, ha spiegato le difficoltà che i vigili stanno incontrando, a partire dai tempi di immersione, che sono molto stretti. Non solo: all’interno del veliero gli spazi sono ridottissimi e se si incontra un ostacolo è molto complicato avanzare, così come è molto difficile trovare dei percorsi alternativi. Infine dall’esterno non si riesce a vedere nulla dentro lo yacht (inabissatosi dopo essere stato centrato da una tromba d’aria) e dunque individuare i corpi è difficilissimo.