Cronaca

Arrestato medico di Messina Denaro: “Conosceva vera identità del boss”

È accusato di aver curato per anni il padrino trapanese durante la latitanza

di Leonardo Emmolo -

Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara, accusato di aver curato per anni Matteo Messina Denaro durante la latitanza, è stato arrestato dai Carabinieri del Ros.

I reati di cui è accusato il medico

Come scrive l’Ansa, al professionista vengono contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico.

Arrestato un altro Andrea Bonafede

Finisce in manette anche Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l’identità al padrino trapanese e ha acquistato per suo conto la casa, in cui il boss ha trascorso gli ultimi mesi della latitanza. A lui i pm contestano il favoreggiamento e la procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver favorito Cosa nostra.

Il gip: “Il medico conosceva reale identità del paziente”

Tumbarello – scrive il gip Alfredo Montalto – avrebbe personalmente visitato il paziente Matteo Messina Denaro, raccolto l’anamnesi, indicatogli un percorso terapeutico, poi seguito con estrema attenzione, prescritto in più di un centinaio di occasioni farmaci e analisi mediche, per patologie molto gravi, di cui effettivamente soffriva e soffre il boss, intestandole ad uno proprio assistito, che in realtà godeva di ottima salute“. Stando al giudice Montalto, il medico Tumbarello, che per primo avrebbe diagnosticato il tumore al capomafia, era “consapevole e informato della reale identità del paziente“.

L’accusa: “Centinaio di prescrizioni sanitarie e di analisi intestate falsamente…”

A detta dei i pm (l’indagine coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido) Tumbarello “avrebbe assicurato a Messina Denaro l’accesso alle cure del Servizio Sanitario Nazionale, attraverso un percorso terapeutico durato oltre due anni, con più di un centinaio di prescrizioni sanitarie e di analisi (o richieste di ricovero), intestate falsamente ad Andrea Bonafede, mentre in realtà a beneficiarne era il capomafia, assistito personalmente e curato dal dottore”

“Consentito al boss di sottrarsi alla cattura”

Dalle indagini sarebbe emerso che “Tumbarello avrebbe così garantito al padrino non solo le prestazioni necessarie per le gravi patologie di cui soffriva, ma anche assicurato riservatezza sulla sua reale identità, e dunque gli avrebbe consentito di continuare a sottrarsi alla cattura e di restare a Campobello di Mazara, a capo dell’associazione mafiosa”. 

Il presunto ruolo di Bonafede

L’Ansa riporta inoltre che Bonafede si sarebbe occupato, invece, di ritirare le prescrizioni di farmaci ed esami clinici fatte da Tumbarello a nome del cugino, di consegnare al medico la documentazione sanitaria che di volta in volta il boss riceveva durante le cure, contribuendo così anche lui mantenere segreta la reale identità del ‘paziente’ e consentendogli di proseguire la latitanza. Foto: “Il Messaggero”


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