Attualità
Corteo no ponte, 100 organizzazioni in piazza
“Lascia o raddoppia” è la frase che accompagna l’evento
“Lascia o raddoppia” è la frase del corteo no Ponte. Protagonista dell’ultimo sabato di novembre il popolo No Ponte è tornato a manifestare contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Una manifestazione che ha dalla sua le motivazioni della Corte dei conti sul No alla delibera Cipess che ad agosto ha approvato il progetto definitivo del Ponte. Tra striscioni, cori e bandiere il fiume di manifestanti per le strade di Messina per far
sentire con la propria presenza la propria opposizione ad un’opera definita da più parti inutile. Da piazza Castronovo lungo via Garibaldi. Poi due
tappe: piazza Duomo con i comizi conclusivi, e piazza Unione europea tra concerti e performance. Un percorso che ricalca quello compiuto il 15
agosto dalla Vara con tanto di “girata” in via Primo Settembre e arrivo in piazza Duomo.
«L’unico Ponte che vogliamo – ricordano gli organizzatori – è quello tra Sicilia e Calabria unite nella musica». Tra i presenti anche Angelo Bonelli (Avs). Il corteo è stato preceduto ieri dall’appello del sindaco di Messina e dal presidente del consiglio comunale Nello Pergolizzi ai partecipanti che all’intera cittadinanza. “La libertà di manifestare il proprio pensiero è un diritto fondamentale, che va tutelato e rispettato, soprattutto quando in gioco vi sono temi così rilevanti per il futuro della nostra comunità. Proprio per questo, è indispensabile che la manifestazione si svolga in modo pacifico, civile e rispettoso”. Da qui l’invito “a tutti i partecipanti affinché la manifestazione si possa svolgere in un clima di serenità e di rispetto delle ordinarie regole del vivere civile al fine di non snaturare il senso profondo della stessa. Allo stesso tempo, invitiamo tutti a collaborare con senso di responsabilità, affinché la giornata resti un momento di partecipazione democratica”. “L’auspicio è anche in questa occasione Messina possa dare prova di essere una comunità matura, capace di far convivere il dissenso con il rispetto delle regole, delle persone e dei luoghi” concludono.