Attualità
Emergenza casa a Gela, i sindacati in trincea
A Gela i sindacati tornano a farsi sentire sul caso delle palazzine popolari di via Scavone. Dopo il rischio sgombero di decine di famiglie, la Cgil e le sigle del settore casa denunciano l’assenza di risposte istituzionali e chiedono una soluzione immediata per chi ha chiesto la regolarizzazione. L’allarme è anche per il rischio di nuove tensioni sociali, come dimostra la tragedia di Verona.
Dopo il tentativo di sgombero andato a vuoto la scorsa settimama la Cgil e il Sunia prendono posizione a difesa gli occupanti delle palazzine popolari di via Bogotà a Scavone. Famiglie che vivono in alloggi Iacp, alcune da anni, e che rischiano lo sgombero dopo che le loro richieste di sanatoria sono state respinte. Secondo i sindacati, non si tratta di “furbetti delle case popolari”, ma di cittadini che hanno scelto di mettersi in regola, presentando domanda di regolarizzazione come previsto dalla legge regionale. Una legge che però — spiegano — si scontra con ostacoli burocratici quasi insormontabili.
Sunia, Cgil e Fillea parlano di una “burocrazia che alimenta il disagio”. E chiedono un intervento immediato della Regione e dello Iacp per sbloccare le sanatorie e tutelare chi si è fidato della legge. Per i sindacati, la crisi abitativa non è solo un problema economico: è una questione di dignità e di stabilità democratica. Senza risposte — avvertono — la tensione sociale rischia di esplodere. Un monito che suona ancora più forte dopo Verona, dove tre carabinieri hanno perso la vita durante uno sgombero. Una tragedia che mostra quanto possa essere fragile l’equilibrio tra ordine e disagio sociale. A Gela, i sindacati non vogliono che si arrivi a quel punto. Chiedono un tavolo urgente con Comune, Iacp e Regione per riportare nella legalità chi, dicono, chiede solo di pagare un affitto e vivere senza paura.
Da Scavone arriva una richiesta semplice ma urgente: applicare la legge e garantire il diritto alla casa, prima che la rabbia sociale diventi una nuova emergenza.