Attualità
Ferrandelli, “Palermo non è dei violenti ma di chi si indigna e interviene”
Ferrandelli è rimasto ferito per bloccare l’aggressione a un commerciante del centro storico
Palermo salverà Palermo dalla violenza. Il day after di Fabrizio Ferrandelli, l’assessore del comune di Palermo – rimasto ferito per essere intervenuto a bloccare un’aggressione a un commerciante del centro storico – è nel segno della speranza.
“Palermo non ha il volto della violenza ma il volto di chi si indegna e interviene per difendere gli altri dall’arroganza e dalla sopraffazione”: è il commento dell’assessore comunale di Palermo, che in queste ore sta ricevendo centinaia di attestazioni di solidarietà.
L’aggressione è avvenuta nel centro storico, a pochi passi dalla sede del Comune. La lite sarebbe stata causata da un gruppo di etnia rom per un conto da pochi euro. Ferrandelli ricostruisce così quei sette minuti di ordinaria follia : “Ho visto il proprietario di un bar, un ragazzo che con coraggio ha deciso di fare imprese, aggredito da 6 energumeni che lo picchiavano con una ferocia inaudita. Dopo aver chiamato il numero di pronto intervento sono intervenuto tentando di strappare dalle mani degli aggressori le sedie e i tavolini che venivano usati per colpire il commerciante. Sono stati sette minuti infiniti e ho temuto il peggio”.
“Per me gesto dovuto, non potevo voltarmi dall’altra parte, da cittadino e da uomo delle istituzioni non potevo tirarmi indietro”.
Ferrandelli, dopo essere stato medicato in ospedale, ha denunciato l’aggressione in Questura. Sono in corso le indagini per identificare gli aggressori. L’ennesimo episodio di violenza nel centro storico di Palermo è avvenuto proprio a ridosso della richiesta di aiuto che il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha formulato nei confronti del Ministro dell’Interno. Ma militarizzare Palermo non basta, serve il concorso della gente per fermare questa ondata di violenza.
“Quello che è accaduto non dipende dalla malamovida, dallo spaccio di droga o dalla criminalità organizzata – spiega Ferrandelli – ma è il risultato della presenza nel centro storico di nuclei familiari il cui codice culturale è nel segno della violenza, dell’arroganza e della sopraffazione degli altri. Ma metteremo un argine”.