Attualità
Gela, il ‘netturbino-dottore’. ‘Il lavoro è sempre dignità’
La tuta arancione, i guanti blu, ed una laurea in tasca. Quella di Orazio, il netturbino – dottore, è una storia tutta da raccontare
Tuta da netturbino e una laurea in economia e commercio in tasca. Orazio Caiola, operatore ecologico gelese, ci racconta la sua scelta, sofferta per certi versi, ma che oggi gli ha permesso di dare serenità e stabilità alla sua famiglia. Orazio, 44 anni, lavora per la Tekra, ditta che si occupa della raccolta di rifiuti in città dal 2014. Da otto anni a questa parte gira per i quartieri con il suo mini compattatore a ritirare plastica e vetro dalle attività commerciali. La sua storia però parte da molto lontano, esattamente dal 2004 quando Orazio inizia a lavorare in amministrazione per una ditta che si occupa di rifiuti e nel frattempo studia economia e commercio all’Università di Catania dove nel 2006 consegue la tanto agognata laurea.
Dopo il traguardo accademico, a causa di una serie di vicissitudini legate al cambio di appalto nel servizio, Orazio si trova a percorrere strade alternative fino al 2014, quando finalmente arriva la proposta di lavoro come netturbino, contratto regolare, ferie, contributi e soprattutto stabilità. Una proposta che accetta senza remore per garantire un futuro alla famiglia.
All’inizio Orazio ha vissuto questa nuova dimensione con imbarazzo ma, in suo soccorso, è arrivato un alleato inaspettato: la mascherina protettiva che è diventata una sorta di protezione. Oggi Orazio è anche dirigente sindacale e si batte per tutelare i diritti dei suoi colleghi netturbini.