Cronaca

L’ombra del “Fantasma di Gaza” sull’Alluvione al-Aqsa: il leader di Hamas nemico numero 1 di Israele

Considerato imprendibile, Mohammed Deif è ufficialmente il comandante militare di Hamas, l'uomo che stamane ha annunciato l'inizio di una "operazione militare" senza precedenti contro Israele, di cui da anni è il nemico numero uno

di Sergio Randazzo -

“Se avete un’arma tiratela fuori. Questo è il momento di usarla”. Comincia così l’appello rivolto ai miliziani di Hamas contro Israele diramato dal capo del gruppo armato palestinese, Mohammad Deif.

Un fantasma

Considerato imprendibile per essere scampato a innumerevoli tentativi di ucciderlo da parte dell’esercito israeliano in quasi 40 anni d’attività, Deif, soprannominato “il fantasma” di Gaza, secondo Cnn, avrebbe inviato il messaggio registrato via telefono, in cui in maniera più articolata ha ordinato ai suoi l’avvio dell’operazione Alluvione Al-Aqsa con cui ha chiesto di “liberare al-Aqsa” denunciando la sua “profanazione, attacchi alle donne, e l’assedio di Gaza”. La Moschea luogo di culto delle tre religioni, nonché simbolo della religione islamica è situata sulla contesa Spianata delle Moschee a Gerusalemme.

Pochissimi hanno contatti diretti con lui

Nato a Khan Younis città a sud della Striscia di Gaza, più o meno 60 anni fa, Deif è in realtà un ‘fantasma’ sia per gli israeliani che per i palestinesi: l’ultima sua foto risale al 2001, quando fu rilasciato da un carcere dell’Anp. Pochissimi hanno contatti diretti con lui e ci sono dubbi persino sulla sua reale identità, ma Mohammad Deif è ufficialmente il comandante militare di Hamas, l’uomo che stamane ha annunciato l’inizio di una “operazione militare” senza precedenti contro Israele, di cui da anni è il nemico numero uno. Dal settembre 2015 è inserito nella lista dei terroristi globali del Dipartimento di Stato americano. Capo delle Brigate Ezzedin al-Qassam dal luglio 2002 si è unito a Hamas nel 1990 e negli ultimi 20 anni è sopravvissuto a diversi tentativi israeliani di assassinarlo. In un raid nel 2014 oltre che un occhio, perse la moglie, una figlia di 3 anni e il figlioletto di sette mesi, mentre il più recente tentativo conosciuto di eliminarlo risale all’operazione ‘Guardiano delle Mura’ nel 2021.

Deif è l’elemento di congiunzione tra la stagione degli attentatori suicidi (metà anni ’90) e l’epoca dei razzi (dal 2001). Poi arrivò la fase della costruzione dei tunnel per infiltrare uomini e armi. È ritenuto il più inflessibile oppositore al cessate il fuoco con Israele.

E’ il suo vero nome?

Nessuno sa neanche se Mohammed Deif sia il suo vero nome, anzi, alcuni sostengono che sia nato come Mohammed al-Masri e che abbia assunto il ‘nome di battaglia’ con cui è noto da un personaggio che aveva interpretato a teatro ai tempi dell’università. Perché a Deif, da studente di Scienze all’Università islamica di Gaza, piaceva molto fare l’attore e aveva fondato un gruppo, chiamato “The Returners” (coloro che tornano), in riferimento al desiderio dei palestinesi di tornare nella terra in cui vivevano prima della nascita dello Stato di Israele. Una passione, quella della recitazione, che Deif ha mantenuto anche dopo essere diventato un militante di Hamas – dopo l’ “iniziazione” con la Fratellanza musulmana, di cui il movimento di resistenza islamico è una costola – prestando il proprio volto nei video di propaganda del gruppo. Nel 1990 venne arrestato per la prima volta dagli israeliani, che però lo rilasciarono dopo poco. Ed è da allora che partecipa attivamente alla creazione delle Brigate al-Qassam, dimostrando un’abilità particolare con le armi, in particolare con razzi e bombe. Nel 1996, dopo la morte dell”ingegnere’ di Hamas, Yahya Ayash, ucciso dagli israeliani con un cellulare imbottito di esplosivo, Deif – il cui nome in arabo significa “ospite” – assume un ruolo sempre più centrale nelle Brigate e nell’ideazione degli attacchi contro il “nemico sionista”. Parallelamente sparisce dalla circolazione, mentre nel 2002 riappare come leader del braccio armato di Hamas, diventando, secondo l’intelligence dello Stato ebraico, la mente di tutti i più sanguinosi attentati suicidi contro autobus e ristoranti israeliani degli anni Duemila.