Palermo

Maxi blitz antimafia: colpiti clan storici

Una delle bande aveva base a Palermo; l’altra operava in Campania

di Redazione -

È stata una delle operazioni più vaste degli ultimi anni quella condotta dalla Polizia di Stato a Palermo, che ha eseguito 50 misure cautelari nell’ambito di un doppio filone investigativo contro i clan mafiosi cittadini e il narcotraffico. Le persone coinvolte erano indagate, a vario titolo, per associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, traffico di sostanze stupefacenti e spaccio.

Il gip aveva disposto 19 custodie cautelari in carcere, sei arresti domiciliari e 25 fermi. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, aveva impegnato oltre 350 agenti della Polizia di Stato. I dettagli dell’operazione erano stati annunciati nel corso di una conferenza stampa alla Squadra Mobile di Palermo. Le indagini avevano documentato un flusso costante di stupefacenti nelle principali piazze di spaccio del capoluogo, grazie all’azione di due distinte organizzazioni di narcotrafficanti attive tra ottobre 2022 e agosto 2023.

Una delle bande aveva base a Palermo, composta da affiliati legati anche da vincoli familiari; l’altra operava in Campania e riforniva sistematicamente la Sicilia, intrattenendo rapporti con un clan camorrista che aveva inviato ingenti quantità di droga anche nelle province di Palermo e Catania. Nel corso dell’operazione erano stati sequestrati due quintali e mezzo di hashish, quattro chili di cocaina e, in precedenti interventi, erano state arrestate in flagranza dodici persone.

Un’altra indagine della Sezione Antidroga aveva portato allo smantellamento di una cellula criminale attiva tra Palermo e Trapani, che gestiva traffici di cocaina, hashish e marijuana provenienti dall’area di Marsala. Gli indagati, molti dei quali già coinvolti in procedimenti per mafia, secondo gli investigatori dimostravano il persistente ruolo delle famiglie di Cosa nostra nell’approvvigionamento e nello smercio di stupefacenti. Tra gli elementi più significativi emersi, anche un “libro mastro” dettagliatissimo, in cui la rete palermitana annotava incassi, tipologie di droga e compensi degli associati. Un vero e proprio archivio contabile trovato nel quartiere Brancaccio, insieme a una centrale di spaccio virtuale attivata su un canale Telegram. Il profilo utilizzato dal gruppo riportava la foto di Al Pacino nei panni di Tony Montana nel film Scarface, scelta simbolica con cui il gruppo intendeva accreditarsi nell’ambiente. Questa tranche dell’inchiesta aveva portato al fermo di 14 persone e al sequestro di 9,2 kg di hashish, 2,5 kg di marijuana e varie quantità di cocaina. Le piazze di spaccio individuate erano principalmente nei quartieri Sperone e Bonagia.

L’operazione aveva coinvolto anche il mandamento mafioso della Noce, permettendo agli investigatori di delineare i nuovi assetti interni delle famiglie di Noce, Cruillas e Altarello. Il vuoto di potere creato dagli arresti degli ultimi anni avrebbe favorito l’avanzata di nuovi aspiranti boss, decisi a ritagliarsi un ruolo di vertice. Nell’inchiesta comparivano anche figure storiche di Cosa nostra, tra cui un anziano capomafia ancora in grado di orientare le strategie del clan. Accertato anche il proseguimento delle estorsioni: sei episodi erano stati documentati ai danni di commercianti e imprenditori della zona. Per questa parte dell’indagine erano stati emessi 11 decreti di fermo.

Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, aveva espresso il proprio apprezzamento per l’operazione: «È stato un intervento vasto e articolato – aveva dichiarato – che ha colpito duramente le strutture della criminalità organizzata e i traffici di droga nei quartieri cittadini».

Il primo cittadino aveva poi ringraziato la Questura, la Squadra Mobile, il Servizio Centrale Operativo, gli agenti del commissariato di Brancaccio e la DDA guidata da de Lucia: «Un lavoro investigativo complesso, fondamentale per contrastare fenomeni gravissimi come estorsioni e narcotraffico. Palermo è riconoscente a chi ogni giorno tutela legalità, sicurezza e libertà dei suoi cittadini».