Palermo
Maxi operazione antimafia: 29 misure cautelari contro il mandamento di Porta Nuova VIDEO
Droga e scommesse digitali: i nuovi canali di profitto
Colpo a “Cosa nostra” nel cuore di Palermo. I Carabinieri del Comando Provinciale, nella notte tra l’1 e il 2 giugno, hanno eseguito 29 provvedimenti cautelari emessi dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). L’operazione ha coinvolto soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione, gioco d’azzardo illecito, reati contro la persona e il patrimonio, in materia di armi e altro, con l’aggravante del metodo mafioso.
I dettagli dell’operazione
Dei 29 indagati, 16 sono destinatari di misure custodiali, mentre 13 sono stati sottoposti a obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Tredici dei soggetti coinvolti erano già detenuti per altri reati. L’inchiesta rappresenta una prosecuzione dell’operazione “Grande Inverno”, che lo scorso 11 febbraio aveva portato all’arresto di 181 persone. I soggetti odierni erano rimasti inizialmente fuori da quel provvedimento ma sono stati inseriti a seguito di approfondimenti investigativi.
Un’organizzazione ancora vitale e radicata
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo tra il 2023 e il 2025, hanno confermato che “Cosa nostra” è ancora attiva, strutturata e adattabile ai tempi moderni. Pur rimanendo fedele ai suoi codici interni, alle estorsioni e al traffico di droga, la mafia palermitana ha dimostrato capacità di rinnovamento, utilizzando strumenti tecnologici per eludere le indagini e rafforzando la sua influenza nei settori del gioco d’azzardo online e dello spaccio di stupefacenti.
Droga e scommesse digitali: i nuovi canali di profitto
Al centro delle attività criminali documentate vi è il traffico di cocaina e droghe sintetiche, che rappresenta una delle fonti principali di finanziamento per l’organizzazione, usata anche per sostenere le famiglie dei detenuti. I pusher sul territorio devono rifornirsi dai canali “autorizzati” dal mandamento mafioso o pagare una “tassa” in cambio del permesso di operare. Chi trasgredisce, va incontro a ritorsioni violente.
Anche il gioco d’azzardo online si conferma un business altamente redditizio. Attraverso l’imposizione mafiosa dei “pannelli di gioco”, l’organizzazione ottiene entrate significative e mantiene il controllo capillare del territorio.
Armi, pestaggi e controllo del territorio
Dalle indagini è emersa una disponibilità preoccupante di armi da fuoco da parte degli affiliati, che non si limitano alla detenzione, ma sono coinvolti in cessioni e vendite. Il ricorso alla violenza è documentato da numerosi episodi di pestaggi, usati come metodo intimidatorio e strumento di risoluzione dei conflitti.
Un’organizzazione coesa e pericolosa
Il quadro che emerge dalle indagini è quello di una struttura criminale ancora fortemente radicata e organizzata, con una capacità di intimidazione e controllo sociale ed economico che continua a preoccupare. Nonostante le numerose operazioni delle forze dell’ordine, “Cosa nostra” resta presente e operativa, con una strategia che fonde tradizione e innovazione.