Cronaca

“Mi avete preso per la mia malattia”

Il primo interrogatorio di Matteo Messina Denaro

di Emiliano Di Rosa -

“Le sue condizioni sono disperate – ha spiegato l’avvocato Alessandro Cerella – non mangia, beve soltanto, non sta bene, necessita di un immediato ricovero in ospedale e con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis. Deve essere assistito in una struttura ospedaliera il prima possibile”. Insomma i legali di Matteo Messina Denaro sono pronti a chiedere formalmente il trasferimento in ospedale del boss che, a loro dire, non può più stare in prigione. Tutto questo nelle ore in cui vengono resi noti i verbali del suo primo interrogatorio poco dopo l’arresto dello scorso 16 gennaio. Al procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, e all’aggiunto Paolo Guido, Matteo Messina Denaro disse nell’ordine: “io non mi farò mai pentito”, “conosco Cosa nostra dai giornali”, “non ho mai commesso stragi e omicidi” “non sono un Santo ma non centro nulla con l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo”, “il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è un reato farlocco” e, ancora, definì la sua trentennale latitanza come “molto avventurosa e movimentata vissuta sempre in luoghi della Sicilia occidentale. Infine così si rivolse ai giudici: “non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante ma voi mi avete preso per la mia malattia” …