Cronaca

Morte di Emanuele Scieri, condanna per due ex caporali

Sentenza della Corte d'Assise di Pisa

di Emiliano Di Rosa -

Emanuele Scieri, parà della Folgore, venne trovato morto il 16 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa: dopo quasi 24 anni la Corte d’Assise di Pisa ieri pomeriggio ha pronunciato la sentenza di condanna per gli ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara, rispettivamente a 26 e 18 anni di carcere. Colpevoli di omicidio volontario in concorso a seguito di atti di nonnismo. Emanuele non si suicidò né morì per una solitaria bravata: venne ucciso. La svolta in questa dolorosa vicenda parte nel novembre 2015 quando viene istituita una Commissione parlamentare d’Indagine la cui presidenza è affidata all’allora deputata nazionale del PD Sofia Amoddio che è anche avvocato. Il caso della morte di Emanuele Scieri, 26 anni, detto Lele, era stato riaperto nel 2018 dalla Procura di Pisa dopo che già la commissione parlamentare d’Inchiesta aveva concluso che il giovane non si era suicidato. Secondo l’accusa, Zabara e Panella, assieme ad Andrea Antico (assolto nel novembre 2021 con rito abbreviato), nella sera del 13 agosto 1999 avrebbero obbligato Lele a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute, dopo averlo picchiato e fatto spogliare. Il giovane sarebbe poi precipitato cercando di fuggire mentre qualcuno dei commilitoni faceva pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Secondo l’accusa la morte di Scieri si sarebbe potuta evitare se i caporali, subito dopo la sua caduta, non fossero fuggiti. Il suo corpo sotto un tavolo fu poi ritrovato il 16 agosto. Da qui la contestazione di omicidio volontario. Secondo la Procura di Pisa, nella caserma Gamerra c’era un clima di nonnismo di cui erano a conoscenza anche i vertici accusati di aver coperto il fatto. Ieri la sentenza della Corte d’Assise di Pisa che ha condannato a 26 e 18 anni i due ex caporali della Caserma Gamerra. Andrea Di Giuliomaria, difensore di Luigi Zabara, condannato a 18 anni, ha così commentato: “francamente non ce l’aspettavamo perché l’istruttoria dibattimentale aveva dimostrato l’assoluta inattendibilità del testimone Meucci e degli elementi probatori. Le sentenze si attendono, si leggono e si impugnano. Faremo appello”.