Enna

Prete condannato per abusi sessuali, ‘omissioni dalla Curia’

di Sergio Randazzo -

La sentenza che ha portato alla condanna del sacerdote Giuseppe Rugolo a 4 anni e sei mesi per violenza sessuale aggravata su minori, emessa lo scorso 5 marzo, evidenzia la grave negligenza della Curia, rappresentata dal vescovo Rosario Gisana. Secondo le motivazioni della sentenza, depositate dopo 137 giorni il 5 giugno, il vescovo avrebbe omesso qualsiasi iniziativa seria a tutela dei minori della sua comunità e dei loro genitori, nonostante avesse i poteri e doveri necessari per proteggere i fedeli, facilitando così l’attività predatoria di un prelato già segnalato.

Credibilità della Vittima e Conferma dell’Accusa

Le motivazioni, contenute in 222 pagine, confermano l’impianto accusatorio sostenuto dalla Procura di Enna. La vittima che ha denunciato Rugolo ha mostrato particolare lucidità, coerenza e logicità, offrendo una narrazione congrua rispetto ai fattori spazio-temporali dei fatti denunciati. La sua testimonianza, insieme a quella di altri giovani che hanno subito abusi quando erano ancora minorenni, è stata ritenuta credibile dal Tribunale.

Responsabilità del Vescovo e Condanna della Curia

Il collegio giudicante, composto dal presidente Francesco Paolo Pitarresi e dai giudici Elisa D’Aveni e Maria Rosaria Santoni, ha sottolineato che il comportamento coscientemente colposo del vescovo Rosario Gisana ha facilitato gli abusi perpetrati da Rugolo. La condotta del vescovo ha quindi reso legittima la condanna al risarcimento del danno della Curia nella sua qualità di responsabile civile per i pregiudizi causati dal sacerdote.

Appello Possibile entro 45 Giorni

Le parti coinvolte nella sentenza hanno ora 45 giorni di tempo per proporre un eventuale appello.