Cronaca

RdC, un arresto e 93 indagati, operazione della GdF

L'arrestato avrebbe falsificato documenti con la finalità di fare percepire il Reddito di Cittadinanza a 93 persone che non ne avrebbero avuto diritto

di Sergio Randazzo -

Sono 93 gli indagati per una maxi-truffa sul reddito di cittadinanza scoperta dalla Finanza che ha portato oggi all’arresto di un 47enne, impiegato della società partecipata dalla Regione Siciliana Sas servizi ausiliari Sicilia e gestore di un Caf Acli a Palermo. Attraverso lo schermo giuridico del patronato, avrebbe predisposto la documentazione falsa a beneficio di un’ampia platea di “clienti”, a cui il sussidio non sarebbe spettato, ricevendo per ogni pratica un compenso economico. Sono stati i finanzieri di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza con la quale il gip del Tribunale del capoluogo, ha disposto gli arresti domiciliari per l’impiegato e il sequestro preventivo di oltre 600mila euro, quale profitto dei delitti ipotizzati. I reati contestati, allo stato, sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso materiale e ideologico in atto pubblico e istigazione alla corruzione. Le indagini originate dalla denuncia di un dipendente del Comune di Palermo, avrebbero permesso di accertare numerose condotte illecite realizzate attraverso la predisposizione e l’utilizzo di documentazione ideologicamente e/o materialmente falsa (dichiarazioni di residenza, dichiarazioni di iscrizione anagrafica ai fini Tari, contratti di locazione) inviata telematicamente alle postazioni territoriali dell’anagrafe comunale deputate al servizio di cambio domicilio. In particolare, l’impiegato avrebbe ricevuto per ogni pratica un compenso economico pattuito, cercando, inoltre, di corrompere dipendenti comunali con regali e somme di denaro per tentare di velocizzare l’iter amministrativo per il cambio di domicilio. Nell’ambito delle indagini che vedono complessivamente 93 indagati, sarebbero stati individuati 53 soggetti indebitamente beneficiari del Reddito di Cittadinanza, che avrebbero percepito somme non dovute