Politica

Ritorneranno le Province, Schifani: “Colmiamo un vuoto che ha generato disservizi”

Dopo oltre 10 anni torneranno gli Enti Provinciali

di Sergio Randazzo -

(Dire) Ddl di riforma delle Province e delle Città metropolitane in Sicilia. Lo ha messo a punto la giunta regionale, guidata da Renato Schifani. Il testo riprende la proposta depositata in commissione Affari costituzionali del Senato, adattata al contesto normativo siciliano. Le Province saranno sei, più le tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Il progetto di riforma individua gli organi di governo e la loro composizione, introducendo la figura del consigliere supplente, stabilisce le quote rosa nelle liste, con almeno un quarto delle candidature riservato a donne, e prevede la doppia preferenza di genere, come nei Comuni. Il ddl, inoltre, introduce il collegio unico per l’elezione del presidente della Città metropolitana e della Provincia, e la divisione della circoscrizione elettorale in collegi per l’elezione dei consiglieri provinciali, in modo da dare adeguata rappresentanza a tutti i territori. Per le province con popolazione superiore al milione di abitanti sono previsti 36 consiglieri e un massimo nove assessori, per quelle tra cinquecentomila e un milione di abitanti trenta consiglieri e fino a sette assessori, mentre quelle con meno di 500.000 abitanti potranno eleggere 24 consiglieri e le giunte avranno massimo sei assessori. Il ddl fissa le competenze dei nuovi organismi.

Percorso avviato per tornare agli Enti intermedi

“Oggi abbiamo avviato il percorso per la reintroduzione delle Province in SICILIA, con l’elezione diretta di presidenti e Consigli – ha affermato Schifani in conferenza stampa -. L’abolizione degli enti intermedi, nove anni fa, con l’istituzione delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi non ha mai funzionato. Con questo testo onoriamo un impegno assunto con i siciliani in campagna elettorale, e soprattutto diamo risposta a un’esigenza sentita non soltanto in SICILIA, ma in tutto il Paese, come dimostrano le iniziative legislative presentate in Parlamento e in fase avanzata di discussione. Per questo sono ottimista su un iter veloce in Ars, attraverso anche un confronto con tutte le forze politiche, rispetto al quale siamo sempre disponibili”.

Schifani, “La cancellazione degli enti ha provocato un vuoto”

Schifani ha poi aggiunto: “La cancellazione delle Province, fortemente voluta dal governo dell’epoca e rivendicata dalle forze che lo sostenevano nel Parlamento regionale, partiva dal presupposto della riduzione dei costi della politica, ma ha determinato un vuoto nei processi decisionali e amministrativi che ha penalizzato in maniera evidente l’erogazione di servizi importanti per i cittadini e per la tutela del territorio, oltre a ridurre gli spazi di democrazia diretta e di espressione politica. Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica di sobrietà che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti”.

Le reazioni

Alla conferenza stampa di presentazione del ddl governativo erano presenti anche il vice presidente della Regione, Luca Sammartino, e l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina. “L’atto varato oggi dalla giunta – ha detto Sammartino – è il primo grande passo di un processo di riorganizzazione del sistema degli enti locali in SICILIA. Una tappa importante all’insegna della grande collegialità politica con cui opera questo governo, per garantire risposte concrete e servizi efficienti ai siciliani”. “Finalmente, dopo anni di commissariamento – ha aggiunto Messina – si intravede il traguardo del ripristino delle Province. L’obiettivo del disegno di legge del governo è quello di riorganizzare e di ricostruire tutti quei servizi e le funzioni che in questi anni sono stati abbandonati, dalla viabilità all’edilizia scolastica degli istituti superiori. L’auspicio è che si vada al voto già nel prossimo autunno o nella prossima primavera, considerato che ci sono delle condizioni che non dipendono soltanto dalla Regione”. Il sistema elettorale adottato sarà il proporzionale con metodo D’Hondt per l’assegnazione dei seggi alle liste. L’entrata in vigore della legge, dopo l’approvazione in Assemblea regionale, è condizionata all’abrogazione della legge Delrio da parte del Parlamento nazionale.


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