Attualità

San Giorgio e San Giovanni ugualmente importanti

E vissero tutti felici e contenti ...

di Emiliano Di Rosa -

“Le folle interrogavano Giovanni: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Così recita il Vangelo secondo Luca e la citazione calza a pennello dopo il decreto del Vaticano che stabilisce che San Giovanni Battista è patrono principale della Diocesi e della Città di Ragusa e San Giorgio Martire è patrono “aeque principalis” della medesima città. Patroni “ugualmente importanti” per chiudere una questione non di poco conto, conservando la “sana rivalità” (consentiteci il termine) che nel capoluogo ibleo è fatto storico, culturale, folkloristico e immutabile ma, nel tempo stesso, evitare polemiche esagitate e inutili. A voler allargare questa scelta salomonica vien da pensare, in fondo, allo spirito stesso che anima Ragusa, perlomeno dall’inizio del secolo scorso. Una città con le sue contraddizioni, certo, ma che tutto sommato (vista tanto dall’interno quanto dall’esterno) trova quasi sempre il modo di garantire se stessa. Il tessuto industriale e  i lavoratori, le istituzioni e il corpo sociale, la vecchia nobiltà assieme alla borghesia produttiva, al mondo contadino e alla pimpante gioventù, conservatori e progressisti, sindacati e imprenditori, credenti e laici: se ci pensate bene i ragusani litigano sì ma fino ad un certo punto; poi un buon accordo lo trovano. Ovviamente non è una regola ma una mezza suggestione. In una metafora finale un po’ ardita che ci permettiamo di fare Giovanni Battista ha dato una delle sue due tuniche a Giorgio Cavaliere e sono entrambi coperti e patroni, ugualmente importanti. E così i ragusani, devoti e non, vissero tutti ugualmente felici e contenti.