Cronaca

Aiutò i killer in un omicidio di mafia, sequestro dei beni per 180 mila euro

Sequestro di beni per l’imprenditore di Partanna Rosario Scalìa. Condannato per aver aiutato i killer in uno degli ultimi omicidi di mafia in provincia di Trapani.

di tp24 -

E’ stato tra i protagonisti di uno degli ultimi omicidi di mafia in provincia di Trapani. L’imprenditore Rosario Scalia dava indicazioni ai killer sugli spostamenti della vittima. I sicari fecero fuoco, in pieno giorno, a Partanna. Era il 2009. A morire, sotto i colpi di pistola, fu Salvatore Lombardo, condannato a morte perché avrebbe rubato un furgone di un supermercato gestito da un uomo vicino a Matteo Messina Denaro. Adesso per Scalia scatta il sequestro dei beni per 180 mila euro.  I carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale carabinieri di Trapani, assieme ai militari della stazione di Partanna hanno applicato i sigilli ai beni dell’imprenditore.

Il  provvedimento – consistente nel sequestro per equivalente di un bene immobile, terreni, beni aziendali, conti correnti e depositi a risparmio – scaturisce dalle risultanze investigative in ordine alla sperequazione tra beni posseduti e reddito dichiarato da Scalia.

Rosario Scalia, era stato arrestato da carabinieri e poliziotti della Squadra mobile di Trapani per l’uccisione di Salvatore Lombardo, assassinato all’interno del bar Smart Cafè il 21 maggio del 2009. L’uomo deve scontare 19 anni e undici mesi di reclusione (condanna confermata in appello)  per omicidio, in concorso, aggravato dall’avere favorito Cosa nostra. Scalia avrebbe avuto il compito di informare il mandante dell’omicidio sugli spostamenti della vittima in modo da consentire ai sicari di potere realizzare l’agguato. I killer seguirono l’auto e davanti al bar fecero fuoco.Lombardo sarebbe stato punito per aver rubato un camion carico di merce del supermercato Despar. E all’epoca, gestore “di fatto” del supermercato, era Giovanni Domenico Scimonelli, imprenditore vicino al boss Matteo Messina Denaro che per conto del latitante avrebbe riciclato denaro sporco nella grande distribuzione alimentare. Un’esecuzione, che fece tornare Partanna indietro nel tempo, alla guerra di mafia degli anni 80. Fu uno degli ultimi omicidi addebitati alla cosca di Castevetrano, guidata dall’allora latitante Matteo Messina Denaro. Poi il silenzio.