Cronaca

In giro per l’Italia a rapinare banche

I poliziotti smantellano una gang “ramificata e organizzata”

di Leonardo Emmolo -

Definita come una vera e propria holding delle rapine in banca. A smantellarla la Polizia di Palermo che, su delega della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei persone.

L’attività investigativa

Tutto partì il 4 aprile dello scorso anno, quando nella filiale Credem di Terrasini fecero irruzione i banditi per mettere a segno una rapina, segnata da un sequestro di persona. Dopo ventitrè giorni furono eseguiti cinque fermi nei confronti di altrettanti pluripregiudicati, tutti indagati per aver partecipato, ognuno per la propria parte, al furto.

Una gang “ramificata e organizzata”

Successivamente, sono stati i colloqui in carcere, intercettati dagli inquirenti, a svelare l’esistenza di una gang ramificata e organizzata in modo tale da non lasciar scontento nessuno dei malviventi; neanche chi veniva temporaneamente escluso dalle rapine, perchè nel mirino di altre indagini di Polizia: a costui veniva liquidato un compenso per rassicurarlo e al tempo stesso tenerlo agganciato alla banda.

La roccaforte

Il quarter generale della holding era Brancaccio, rione palermitano, dove si organizzavano le trasferte nel resto d’Italia: Capaci, Favara, Milano, Bologna e Pistoia, le prossime tappe, mentre le indagini hanno fatto luce su rapine commesse in passato. La cassaforte comune consentiva una rigenerazione costante della banda, che accoglieva altri elementi per rimpiazzare quelli eventualmente arrestati e provvedeva al mantenimento delle famiglie di coloro che erano in carcere.

Funzioni da “agenzia di collocamento”

Gli inquirenti spiegano come la banda funzionasse da “agenzia di collocamento”, avvalendosi di alcuni specifici soggetti, impiegandoli in modo da diventare così punto di riferimento per il quartiere, con una credibilità conquistata colpo dopo colpo.

I summit

Le “mosse” della holding erano decisi nel corso dei “summit”, in cui si discuteva del reperimento di armi e si pianificavano i settori in cui investire il bottino. Tra questi ultimi non poteva non esservi il traffico di droga, con l’acquisto di partite da poter reimmettere sul mercato ad un prezzo maggiorato, nonché l’acquisto di beni immobili. Foto Palermo Today


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