Ragusa

La Divina Commedia diventa Divina Cummedia

La Divina Commedia in siciliano; l'ha tradotta un professionista modicano

di Chiara Scucces -

La Divina Commedia in siciliano e dunque “Divina cummedia”; l’idea è venuta ad un professionista modicano, di Frigintini per l’esattezza, Giuseppe Tuè che nell’arco di diversi anni ha voluto tradurre uno dei capolavori della letteratura italiana e mondiale in siciliano. Un’operazione mastodontica che è costata anni di studio al dottore Tuè e che nei giorni scorsi è stata presentata al centro sociale della frazione di campagna modicana. E’ stata rispettata la struttura dell’opera di Dante, terzine e rime comprese; un lavoro meticoloso che non poteva non essere dato alle stampe e la cui genesi rocambolesca ci viene direttamente raccontata dal suo autore  

La Divina Commedia fu composta fra il 1307 e il 1321; Dante scelse il volgare fiorentino, ovvero la lingua parlata a Firenze tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300, per comporla. Dante stesso si è soffermato sulla grandezza del volgare di Sicilia, una lingua proveniente dall’altissima esperienza poetica della “Scuola Siciliana” che si era sviluppata intorno alla corte ed alle personalità di Federico II e di suo figlio Manfredi. Il siciliano era considerata una lingua poetica e tutt’oggi lo è, stabilito anche dall’Unesco che l’ha riconosciuta come patrimonio dell’umanità; l’opera di Tuè non toglie dignità alla Divina Commedia, anzi si potrebbe pensare di adottare questo libro come strumento didattico     

Alla presentazione del libro anche l’onorevole Ignazio Abbate che, come abbiamo sentito, ha voluto contribuire alla pubblicazione dell’opera