Caltanissetta

Scoperta una ‘casa del sesso’ in pieno centro a Gela

Un’alcova del sesso accanto ad un B&B in pieno centro storico, gestito da due anziani coniugi che adesso sono stati sottoposti a misura cautelare

di finmedia -

Apparentemente erano due innocui anziani che gestivano un B&b. In realtà nell’appartamento accanto del popoloso quartiere San Giacomo di Gela si nascondeva un’alcova a luci rosse. Un giro di prostituzione che in due mesi avrebbe visto alternarsi quasi 500 clienti per un volume d’affari di circa 25 mila euro. Un giro di squillo sudamericane che i Carabinieri di Gela hanno stroncato sottoponendo agli arresti domiciliari il gestore dell’immobile, proprietario del contiguo B&B per sfruttamento della prostituzione. Una coppia di coniugi, 75 lui 64 lei, di Gela gestiva il via vai della casa a luci rosse. Per entrambi è scattata l’accusa di favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione. L’uomo è adesso ai domiciliari mentre la donna ha solo l’obbligo di firma. Entrambi saranno sentiti oggi dal Gip. Enorme il giro d’affari scoperto dai militari dell’Arma, dopo due mesi di appostamenti ed indagini. L’operazione nasce da un insolito andirivieni di ragazze straniere, colombiane soprattutto, per lo più colombiane, che per giorni facevano la spola tra Catania e Gela, alloggiando almeno sulla carta nel B&B dei due gelesi. Dei loro soggiorni però non c’era alcuna traccia nei registri della struttura. Particolare che ha insospettito gli investigatori che hanno iniziato a sorvegliare il piccolo hotel a pedinare le ragazze. Hanno così scoperto che, ogni qualvolta una ragazza arrivava dal capoluogo etneo, ad attenderla trovava sempre il gestore del B&B che la portava all’indirizzo della struttura per poi farla accedere ad un appartamento contiguo dove poi riceveva i clienti. Grazie alle telecamere apposte dagli investigatori è stato possibile risalire ai frequentatori della casa di appuntamenti. Uomini di ogni età e classe sociale, diversi habituè e altri invece che provavano l’esperienza di trasgredire una volta senza poi ripresentarsi. Tra i clienti anche diversi professionisti conosciuti in città che avevano scelto di provare l’ebbrezza del sesso a pagamento. Le ragazze offrivano i propri servizi su un noto sito di incontri con tanto di foto, descrizione e specifiche delle prestazioni offerte. Nell’annuncio anche il numero per poterle contattare e concordare la prestazione e l’ora dell’appuntamento.  A gestire i contatti con i proprietari dell’immobile poi, era sempre la stessa persona, che al telefono si presentava come Diana. Nei tabulati del gestore gli inquirenti hanno trovato chiamate continue per prenotare i vari soggiorni delle ragazze. L’appartamento adesso è stato sequestrato e nelle prossime ore i due indagati saranno interrogati dal gip.