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Sequestrato il depuratore di Trapani, 6 indagati

L'indagine ipotizza una serie di illeciti in violazione delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari

di Sergio Randazzo -

Sequestrato il depuratore intercomunale di TRAPANI. Il provvedimento, emesso dal gip su richiesta della procura, è stato eseguito dalla Capitaneria di porto. L’indagine ipotizza una serie di illeciti in violazione delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari. Oltre all’impianto, la Capitaneria di porto ha sequestrato anche le strutture poste a monte e che servono al sollevamento e alla scolmatura in emergenza delle acque piovane. L’impianto, secondo gli inquirenti, immetteva reflui fognari non depurati sia nel fiume ‘Lenzi-Baiata’, che scorre nell’area protetta delle saline di TRAPANI e Paceco, che direttamente in mare dai dispositivi di via Tunisi, in corrispondenza del lungomare Dante Alighieri. Cinque gli indagati dalla procura di TRAPANI. Le indagini della procura, guidata da Gabriele Paci, sono partite dalle continue segnalazioni dei cittadini raccolte nelle ultime stagioni estive e hanno portato alla luce, oltre all’assenza delle autorizzazioni allo scarico per via delle carenze dell’impianto, anche “palesi e pregresse inadeguatezze strutturali – dicono dalla Capitaneria di porto – e procedurali adottate nella conduzione delle infrastrutture”. Alla base del sequestro, oltre alla “immutata situazione di generale inidoneità a garantire il rispetto dei limiti tabellari previsti dalla normativa vigente per il refluo immesso direttamente in ambiente”, anche la “necessità di provvedere con urgenza al ripristino delle strutture e di tutelare la salute pubblica”.